Al Presidente della Regione Calabria Sede Al Dirigente Generale della Protezione Civile regionale Sede Al Dirigente del Settore della Protezione Civile regionale Sede Ai Capigruppo del Consiglio Regionale Loro Sedi Alle Organizzazioni del Volontariato di P.C. Loro Sedi Al Dipartimento Nazionale della P.C. Roma Agli Organi di informazione
Oggetto: lettera aperta sul rapporto Regione – Volontariato di Protezione Civile.
In merito alla nota del Settore Protezione Civile del 10 agosto 2006 – prot. n. 4165 – con la quale imperativamente ci si chiede di trasferire i mezzi concessi in comodato presso il Centro Operativo di Settingiano per installarvi apparati di radiolocalizzazione riteniamo utile rilevare: premesso
ci chiediamo: E’ possibile che nella nostra Regione, dove l’intervento nell’emergenza di Vibo ha messo a nudo ancora una volta macroscopiche carenze, caos organizzativo, incompetenze, ritardi,(cfr.i giornali di quei giorni) che da tempo immemorabile il Volontariato denuncia senza che mai abbia trovato interlocutori affidabili se non in qualche rara eccezione, la cosa più importante sia controllare con apparati di radiolocalizzazione i movimenti dei pochi mezzi che dopo tanti anni di completa inerzia la Regione ha concesso tra mille lacci e laccioli? È possibile che invece di dotare i mezzi di radio rice-trasmittenti per poter comunicare ed essere coordinati nelle emergenze si trovano le risorse per controllare l’uso dei mezzi? Se esiste il dubbio legittimo che qualche Organizzazione possa compiere degli abusi (dal costo sicuramente inferiore a quello dei radiolocalizzatori) perché non si interviene verso quella specifica situazione invece di creare un rapporto di sospetto e sfiducia verso tutto il Volontariato di P.C. “criminalizzandolo” e riducendo la relazione fra gli attori a un orwelliano sistema di controllati e controllori come nelle peggiori dittature? Dato che il Volontariato serio ha sempre considerato giusto che la Regione svolgesse una corretta funzione di verifica delle capacità operative delle Organizzazioni registrate, perché ciò non viene ben normato e attuato (vedi Regione Sardegna, per es.) anche per accertare se tutte le Organizzazioni di volontariato registrate sono a norma con la legge 226/91? Sarebbe importante, per ovvi motivi etici, capire come è possibile che in Calabria siano state considerate associazioni di volontariato alcune realtà che coniugano gli esclusivi fini di solidarietà con il possesso e il porto di armi degli aderenti (cfr. l’art. 2 della legge 226/91). Ciò chiesto,
Invece nei confronti del Volontariato si mettono in atto, con toni “minacciosi e ricattatori” (cfr. la lettera citata), provvedimenti che ognuno è libero di aggettivare come meglio crede ma che non generano certo un clima di collaborazione sereno e fiducioso, necessario per costruire il “sistema” della P.C. calabrese a meno che non si voglia mortificare l’apporto del Volontariato in curiosa controtendenza con le Regioni più sviluppate del nostro paese che l’ hanno invece posto in primo piano. Aspettiamo risposte che speriamo siano concrete, come concreto è il lavoro dei volontari, spesso svolto nel silenzio ed umiliato; aspettiamo risposte democratiche, come è partecipata l’attività dei gruppi di cittadini che si autorganizzano per dare risposte che a volte le Istituzioni non danno o che sono carenti; aspettiamo (ma ragionevolmente non crediamo che si possa attendere molto) risposte responsabili in merito alla protezione dei cittadini calabresi esposti a tutti i rischi naturali più catastrofici e, come volontari –uomini e donne coscienti e generosi-, vogliamo collaborare nel reciproco rispetto. Tiriolo 19 agosto ’06 Il Presidente Domenico Guzzo
|